Catherine Hayes
la decapitatrice
Inghilterra – 1 vittima
Catherine Hall nacque nel 1690 a Birmingham in una famiglia poverissima. Quindicenne, era già una ragazza formosa e avvenente, fece in un certo qual modo amicizia con alcuni militari che stazionavano in città e divenne l’amante di molti di loro. Quando questi levarono le tende e i soldi che aveva racimolato in cambio dei propri favori finirono, prese servizio come cameriera in una famiglia di contadini, gli Hayes. Il figlio John, carpentiere ventunenne, si innamorò subito della giovane ma il padre non acconsentì a nessun legame tra i due, tanto meno al matrimonio.
La coppia fuggì a Worcester dove si sposò. Per più di cinque anni vissero in campagna, ma Catherine era infelice, ambiva a una grande città come Londra. A malincuore, dopo le stressanti pressioni della moglie, John Hayes, acconsentì a trasferirsi nella capitale, e le cose non gli andarono affatto male: divenne un commerciante di carbone oltre che un usuraio. In una decina d’anni, gli Hayes erano ormai benestanti ma le ristrettezze passate avevano reso John taccagno e avido, tanto che anche se non ne avevano necessità affittavano le camere della loro grande casa. Catherine non era certo lieta di avere un marito spilorcio e iniziò a spassarsela nella maniera più economica che avesse a disposizione: tra le mura domestiche con un giovane amante. Era il 1725 e Catherine, trentacinquenne, era una donna dall’indiscusso fascino e dal modo di fare irresistibile, soprattutto per Thomas Billings, un affittuario ben più giovane di lei. Il marito era spesso in giro per lavoro ma, fiutando l’adulterio, un pomeriggio tornò anzitempo e colse moglie e amante a letto assieme. Catherine ottenne una buona dose di pugni mentre Thomas Billings fu invitato a bere assieme al marito di lei. Il signor Hayes aveva più a cuore i soldi piuttosto che le proprie corna, infatti l’idea che ci fosse un uomo con la moglie quando lui non c’era non gli dispiaceva. Essendo un usuraio teneva grandi cifre in casa e la presenza di un giovanotto come Billings poteva essere un buon deterrente per eventuali ladri.
A questo strano trio si aggiunse anche un altro inquilino, Thomas Wood, un signore più serioso e introverso che comunque non sfuggì alla rete di Catherine. Quando non c’era il marito la donna si divideva in egual misura tra entrambi gli amanti e nessuno pareva lamentarsene.
La sera del primo marzo 1725 si trovarono tutti e quattro a bere assieme, cosa non rara visto che abitavano tutti sotto lo stesso tetto, eppure quel giorno qualcosa scattò nella testa di Catherine quando Wood sfidò John Hayes in una gara alcolica. Il padrone di casa era partito già abbastanza brillo in confronto allo sfidante e crollò privo di sensi. Venne trasportato dai due ruffiani della moglie a letto, al che la donna si presentò nella stanza con un’ascia in mano. Doveva essere la soluzione a tutte le loro seccature. Billings e Wood si divisero la fatica colpendo a turno l’uomo svenuto. Letto e pavimento erano divenuti un’immane pozza di sangue quando Catherine spiegò ai due che dovevano fare a pezzi il cadavere per far sì che il corpo non venisse riconosciuto facilmente. I due amanti però erano spossati e sconvolti e dopo aver decapitato il defunto decisero che avrebbero finito il compito il giorno successivo. Catherine, per portarsi avanti col lavoro, prese la testa del consorte e la gettò nel Tamigi.
Il giorno dopo i tre si rimisero all’opera sezionando quel che restava di John Hayes e stipandolo in una grossa cassa per farla sprofondare in un lago. Nel frattempo la testa dell’uomo giaceva tutt’altro che in fondo al Tamigi ma era stata ripescata e portata alla polizia.
Una volta riconosciuta chi apparteneva il capo la polizia aveva già le idee chiare: i primi imputati furono proprio i tre amanti anche perché i loro sollazzi erano di pubblico dominio. I poliziotti fecero credere a Thomas Wood, psicologicamente l’anello debole della catena, che gli altri due avevano confessato e l’uomo svuotò il sacco condannando tutti.
Wood morì in carcere prima di essere giustiziato, Billings fu impiccato. La sorte peggiore toccò a Catherine dato che al tempo l’omicidio del marito comportava una pena ben più crudele.
Il 3 maggio 1726 Catherine Hayes fu bruciata viva.