Amelia Dyer

Jill the ripper

Gran Bretagna – 12 vittime accertate (dalle 200 alle 400 stimate)

Amelia Elizabeth Dyer nacque a Bristol nel 1838, ultima di cinque fratelli, figlia di un padre calzolaio, che garantiva una vita decorosa alla famiglia, e di una madre con seri problemi mentali insorti a causa di una malattia.

Persona colta, leggeva e scriveva, amante della letteratura e delle poesie, Amelia si sposò a ventiquattro anni con George Thomas, un uomo ormai prossimo alla sessantina. Il marito la lasciò vedova con un figlio nel 1869. La donna iniziò a fare pratica nel campo infermieristico che le permise di campare per un certo periodo come levatrice. Nel 1872 sposò William Dyer, un bracciante, l’unione durò un paio d’anni. Decise quindi di intraprendere un’attività più redditizia, si occupava dietro un compenso di accudire i figli che le famiglie non volevano, o perché illegittimi o perché i genitori erano troppo indigenti per mantenerli. Una volta intascata la cifra pattuita, l’unica cosa che le importava, Amelia lasciava morire i piccoli, molto spesso di fame.

Amelia non fu adocchiata dalle forze dell’ordine per molto tempo. Innanzitutto le famiglie che le affidavano i figli nella maggior parte dei casi non volevano più saperne nulla di loro, inoltre, in quel periodo storico, il grado di mortalità tra i bambini era piuttosto elevato. Tuttavia nel 1879 un medico, trovando sospetto l’operato della donna, la denunciò perché le morti degli infanti datile in affido erano notevolmente sopra la media. Amanda, malgrado l’evidenza, non venne condannata per omicidio ma soltanto per negligenza nel compiere il proprio lavoro. La pena di sei mesi di carcere risultò sufficiente per minare psicologicamente la signora Dyer, che ne uscì depressa e con tendenze suicide, divenne per di più consumatrice abituale di alcol e oppio.

La prigionia non intaccò la sua attività che riprese dopo poche settimane, stavolta agendo con ancora più furbizia e cambiando spesso sede e nome. Passò anni indisturbata, tentò il suicidio nel 1890 però fallì, in seguito al gesto venne rinchiusa in un istituto psichiatrico per tre anni ma, incredibile per i tempi, venne dimessa nonostante la sua situazione mentale si fosse palesemente aggravata.

Nel 1896, nel Tamigi fu ripescato il corpicino poi identificato come Helena Fry, una bimba che era stata data in affido ad Amelia Dyer. La polizia la mise sotto sorveglianza e scoprì subito un via vai importante di bambini e denaro. Successivi accertamenti nella casa della donna portarono alla luce un grosso numero di affidi di minori di cui però le tracce si perdevano dopo essere stati presi in consegna dalla donna. Il Tamigi fu drenato nella zona dove era stato ripescato il cadavere di Helena Fry e altri sei corpi di bambini furono ritrovati.

Amelia Dyer venne arrestata, i giornali la soprannominarono “Jill the ripper” siccome era il periodo in cui spopolava Jack lo squartatore. Benché nei vent’anni di attività il numero di vittime si sarebbe potuto stimare dalle 200 alle oltre 400 ad Amelia riuscirono a imputare “solo” dodici vittime.

Il 10 giugno 1896 nella Newgate Prison di Londra fu impiccata.



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